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E gli disse, minutamente, come dovea regolarsi




Il giovanotto tornò dal Mago:

Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Lingua per lingua, occhio per occhio!

Per carità, lasciami stare! Vai dalle mie sorelle, che stanno un po più in là. Devi fare così e così.

 

Cammina, cammina ( , ), arriva in una campagna ( ) dove cera un palazzo ( ) simile a quello del Mago ( : ). Picchiò al portone ( ).

Chi sei ( )? Chi cerchi ( )?

Cerco Cornino doro ( ).

Capisco (): ti manda mio fratello ( ). Che cosa vuole da me ( )?

Vuole un pezzettino ( ) di panno rosso ( ); gli si è bucato ( ) il mantello ().

Che seccatura ( )! Prendi qua (, : ).

E gli buttò dalla finestra ( ) un pezzettino di panno rosso ( ), tagliato a foggia di lingua ( ).

 

Cammina, cammina, arriva in una campagna dove cera un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone. Chi sei? Chi cerchi?

Cerco Cornino doro.

Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?

Vuole un pezzettino di panno rosso; gli si è bucato il mantello.

Che seccatura! Prendi qua.

E gli buttò dalla finestra un pezzettino di panno rosso, tagliato a foggia di lingua.

 

Andò avanti ( ), e arrivò a piè duna montagna ( ) dove, a mezza costa, cera un palazzo (, , ) simile a quello del Mago ( ). Picchiò al portone ( ).

Chi sei ( )? Chi cerchi ( )?

Cerco Manina doro ( ).

Capisco (): ti manda mio fratello ( ). Che cosa vuole da me ( )?

Vuole due grani di lenti ( ) per la minestra ( ).

Che seccatura ( )! Prendi qua (, ).

E gli buttò dalla finestra ( ) due grani di lenti ( ), involtati in un pezzettino di carta ( ).

 

Andò avanti, e arrivò a piè duna montagna dove, a mezza costa, cera un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.

Chi sei? Chi cerchi?

Cerco Manina doro.

Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?

Vuole due grani di lenti per la minestra.

Che seccatura! Prendi qua.

E gli buttò dalla finestra due grani di lenti, involtati in un pezzettino di carta.

 

Andò avanti ( ), e arrivò in una valle ( ), dove cera un altro palazzo ( ) simile a quello del Mago ( ). Picchiò al portone ( ).

Chi sei ( )? Chi cerchi ( )?

Cerco Piedino doro ( ).

Capisco (): ti manda mio fratello ( )! Che cosa vuole da me ( )?

Vuole due lumachine ( ) per mangiarsele a cena ( ).

Che seccatura ( )! Prendi qua (, ).

E gli buttò dalla finestra ( ) le lumachine richieste ( ; richiedere , ).

 

Andò avanti, e arrivò in una valle, dove cera un altro palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.

Chi sei? Chi cerchi?

Cerco Piedino doro.

Capisco: ti manda mio fratello! Che cosa vuole da me?

Vuole due lumachine per mangiarsele a cena.

Che seccatura! Prendi qua.

E gli buttò dalla finestra le lumachine richieste.

 

Il giovanotto tornò dal Mago ( ):

Ho portato ogni cosa ( : ).

Il Mago gli disse ( ) come doveva fare ( ), e il giovanotto stava per andarsene ( ):

Mi lasci qui incatenato ( )?

Lo meriteresti ( ), ma ti sciolgo ( ). Se mi hai ingannato ( ), guai a te ( )!

Il giovane si presentò al palazzo reale ( ) e si fece condurre dalla Reginotta ( ).

Le aperse la bocca ( ), vi mise dentro ( ) quel pezzettino di panno rosso ( ), e la Reginotta ebbe la lingua ( ). Ma le prime parole ( ) che disse ( ) furon contro di lui ( ):

Miserabile ciabattino ( )! Via di qua ( )! Via di qua ( )!

 

Il giovanotto tornò dal Mago:

Ho portato ogni cosa.

Il Mago gli disse come doveva fare, e il giovanotto stava per andarsene:

Mi lasci qui incatenato?

Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te!

Il giovane si presentò al palazzo reale e si fece condurre dalla Reginotta.

Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole che disse furon contro di lui:

Miserabile ciabattino! Via di qua! Via di qua!

 

Il povero giovane rimase confuso ( ):

Questa è opera del Mago ( )!

Senza curarsene ( : ), prese i due semi di lenti ( ), con un po di saliva ( ) glieli applicò ( ) sulle pupille spente ( ), e la Reginotta ebbe la vista ( ). Ma appena lo guardò ( ), si coprì gli occhi colle mani ( ):

Dio (), comè brutto ( )! Comè brutto ( )!

Il povero giovane rimase ( ; rimanere ; / /):

Questa è opera del Mago ( )!

Ma, senza curarsene (, ), prese i gusci delle lumachine ( ) che aveva già vuotati ( ; vuoto , ), e con un po di saliva ( ) glieli applicò bellamente ( ) dovera il posto degli orecchi ( ): la Reginotta ebbe gli orecchi ( ).

 

Il povero giovane rimase confuso:

Questa è opera del Mago!

Senza curarsene, prese i due semi di lenti, con un po di saliva glieli applicò sulle pupille spente, e la Reginotta ebbe la vista. Ma appena lo guardò, si coprì gli occhi colle mani:

Dio, comè brutto! Comè brutto!

Il povero giovane rimase:

Questa è opera del Mago!

Ma, senza curarsene, prese i gusci delle lumachine che aveva già vuotati, e con un po di saliva glieli applicò bellamente dovera il posto degli orecchi: la Reginotta ebbe gli orecchi.

 

Il giovane si rivolse al Re e disse ( ):

Maestà ( ), son vostro genero ( ).

Come intese quella voce ( ; intendere ; ), la Reginotta cominciò a urlare ( ):

Mi ha detto ( ): Strega ()! Mi ha detto ( ): Strega ()!

Il povero giovane ( ), a questa nuova uscita ( ), sbalordì ( ):

È opera del Mago ( )!

E tornò dalla Fata ( ).

Fata, dove sei (, )?

Ai tuoi comandi ( ).

Le narrò la sua disgrazia ( ).

 

Il giovane si rivolse al Re e disse:

Maestà, son vostro genero.

Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare:

Mi ha detto: Strega! Mi ha detto: Strega!

Il povero giovane, a questa nuova uscita, sbalordì:

È opera del Mago!

E tornò dalla Fata.

Fata, dove sei?

Ai tuoi comandi.

Le narrò la sua disgrazia.

 

La Fata sorrise e gli domandò ( ):

Le hai tu tolto di dito ( ; togliere , ; ) laltro anello del Mago ( )?

Mi pare di no ( , ).

Vai a vedere ( ); sarà questo ( ).

Come la Reginotta ( ) ebbe tolto di dito ( ) quellaltro anello ( ), tornò gentile e tranquilla ( ).

Allora il Re le disse ( ):

Questi è il tuo sposo ( ).

La Reginotta e il giovanotto si abbracciarono ( ) alla presenza di tutti ( ), e pochi giorni dopo ( ) furono celebrate le nozze ( ).

 

La Fata sorrise e gli domandò:

Le hai tu tolto di dito laltro anello del Mago?

Mi pare di no.

Vai a vedere; sarà questo.

Come la Reginotta ebbe tolto di dito quellaltro anello, tornò gentile e tranquilla.

Allora il Re le disse:

Questi è il tuo sposo.

La Reginotta e il giovanotto si abbracciarono alla presenza di tutti, e pochi giorni dopo furono celebrate le nozze.

E furono marito e moglie ( );

E a lui il frutto ( ) e a noi le foglie ( ).

 

E furono marito e moglie;

E a lui il frutto e a noi le foglie.

 

 

La gatta

 

di Gianfrancesco Straparola

 

Cera una volta ( ), tanto tempo fa ( ), nelle terre di Ripacandida ( ; ripa ; candida -, ), una povera donna ( ) di nome Soriana ( ), che viveva ( ) di stenti ( ) con i suoi tre figli ( ).

Soriana un brutto giorno si ammalò ( ) e, quando sentì (, ) che era giunta la sua ora ( ; giungere , ), chiamò i figli ( ) e lasciò loro ( ) le sole cose che aveva ( , ): al primo () una madia dove impastava il pane (, ), al secondo () un tagliere sul quale dava forma al pane ( , ), e a Fortunio, che era il più piccino, una gatta ( , , ).

 

Cera una volta, tanto tempo fa, nelle terre di Ripacandida, una povera donna di nome Soriana, che viveva di stenti con i suoi tre figli.

Soriana un brutto giorno si ammalò e, quando sentì che era giunta la sua ora, chiamò i figli e lasciò loro le sole cose che aveva: al primo una madia dove impastava il pane, al secondo un tagliere sul quale dava forma al pane, e a Fortunio, che era il più piccino, una gatta.

 

Dopo la morte della povera donna ( ) le vicine di casa ( ), quando ne avevano bisogno ( ), andavano a chiedere in prestito ( ) ai fratelli maggiori ( ) ora la madia, ora il tagliere ( , ), e facevano per loro una focaccia ( ), con la quale si sfamavano ( : ; fame ). Ma quando Fortunio ne chiedeva un pezzettino ( ), i suoi fratelli gli dicevano ( ):

Va dalla tua gatta ( ), che te lo darà lei ( ), e così ( ) lui aveva sempre fame ( ).

La gatta, che era fatata (, ), sentì compassione per Fortunio ( ) e un giorno gli disse ( ):

Padrone (), non ti disperare ( ), ci penso io ( ), e avremo tutto quello ( ) che ci serve per vivere ( ).

 

Dopo la morte della povera donna le vicine di casa, quando ne avevano bisogno, andavano a chiedere in prestito ai fratelli maggiori ora la madia, ora il tagliere, e facevano per loro una focaccia, con la quale si sfamavano. Ma quando Fortunio ne chiedeva un pezzettino, i suoi fratelli gli dicevano:

Va dalla tua gatta, che te lo darà lei, e così lui aveva sempre fame.

La gatta, che era fatata, sentì compassione per Fortunio e un giorno gli disse:

Padrone, non ti disperare, ci penso io, e avremo tutto quello che ci serve per vivere.

 

Uscì di casa ( ) e andò in un campo ( ), si distese (; distendersi ; , ) facendo finta di dormire ( , ) e quando le passò accanto una lepre ( ) lacchiappò ( ), la mise nel suo carniere ( ) e andò a bussare al palazzo del re ( ): quando il re di Ripacandida seppe ( ) che cera una gatta ( ) che gli voleva parlare ( ), la fece entrare ( ) e le domandò ( ) cosa voleva ( ).

La gatta rispose ( ) Messer Fortunio, mio padrone ( , ), ha preso questa lepre ( ; prendere ) e te la manda in dono, maestà ( , ), e così dicendo ( ) aprì il carniere ( ) e gli mostrò la sua caccia ( ).

Il re gradì il dono ( ; gradire / ) e quando le chiese ( ; chiedere) chi era questo Fortunio ( ) la gatta rispose ( ; rispondere):

Il mio padrone ( ) è un giovane ( ) tanto buono, bello e vigoroso ( , ) che nessuno può competere con lui ( ).

 

Uscì di casa e andò in un campo, si distese facendo finta di dormire e quando le passò accanto una lepre lacchiappò, la mise nel suo carniere e andò a bussare al palazzo del re: quando il re di Ripacandida seppe che cera una gatta che gli voleva parlare, la fece entrare e le domandò cosa voleva.

La gatta rispose Messer Fortunio, mio padrone, ha preso questa lepre e te la manda in dono, maestà, e così dicendo aprì il carniere e gli mostrò la sua caccia.

Il re gradì il dono e quando le chiese chi era questo Fortunio la gatta rispose:

Il mio padrone è un giovane tanto buono, bello e vigoroso che nessuno può competere con lui.

 

Allora il re fece i complimenti alla gatta ( : ), le diede bene da mangiare ( ) e bene da bere ( ), e quando lei si fu riempita la pancia ( ), lesta lesta (-) con la zampina riempì il carniere ( ) di cose buone ( ), mentre nessuno la vedeva ( ), poi salutò il re ( ) e portò tutto a Fortunio ( ).

I fratelli, quando lo videro mangiare così bene (, , : ) gli chiesero ( ) dove aveva preso ( ) quelle squisitezze ( ), e lui rispose ( ):

Me le ha date la mia gatta ( ), lasciandoli con un palmo di naso ( : ).

 

Allora il re fece i complimenti alla gatta, le diede bene da mangiare e bene da bere, e quando lei si fu riempita la pancia, lesta lesta con la zampina riempì il carniere di cose buone, mentre nessuno la vedeva, poi salutò il re e portò tutto a Fortunio.

I fratelli, quando lo videro mangiare così bene gli chiesero dove aveva preso quelle squisitezze, e lui rispose:

Me le ha date la mia gatta, lasciandoli con un palmo di naso.

 

La gatta continuò ( ) per molto tempo ( ) a portare al re gli animali che cacciava ( , ), dicendo che glieli mandava il suo padrone (, ), così mangiava bene ( ) e riempiva il suo carniere ( ) di cose buone per Fortunio ( ), finché un giorno si stancò ( ) di tutta la fatica ( ) che doveva fare avanti e indietro ( -), allora chiamò Fortunio e gli disse ( ):

Padrone (), se farai come ti dirò ( , ), presto diventerai ricchissimo ( ).

E in che modo ( )?, le chiese il giovane ( ).

La gatta rispose ( ): Vieni con me ( : ) senza far tante domande ( ), che io voglio ( ) proprio farti star bene ( , : // ).

 

La gatta continuò per molto tempo a portare al re gli animali che cacciava, dicendo che glieli mandava il suo padrone, così mangiava bene e riempiva il suo carniere di cose buone per Fortunio, finché un giorno si stancò di tutta la fatica che doveva fare avanti e indietro, allora chiamò Fortunio e gli disse:

Padrone, se farai come ti dirò, presto diventerai ricchissimo.

E in che modo?, le chiese il giovane.

La gatta rispose: Vieni con me senza far tante domande, che io voglio proprio farti star bene.

 

Siccome Fortunio era pieno di rogna e di scabbia ( ), la gatta prima di tutto ( ) lo leccò da capo a piedi ( ) e lo pettinò benissimo ( ), così Fortunio diventò uno splendido giovane ( ).

Il giorno dopo ( ) lo portò ( ) al fiume vicino al palazzo del re ( ), lo fece spogliare ( ) e gli disse di tuffarsi ( ; tuffarsi , ). Poi nascose ( ; nascondere) i suoi vestiti rattoppati ( ) e cominciò a gridare ( ) con tutto il fiato che aveva ( : , ):

Aiuto ( )! Aiuto ( )! accorrete ( )! Vogliono annegare messer Fortunio ( : )! Aiuto ( )!.

 

Siccome Fortunio era pieno di rogna e di scabbia, la gatta prima di tutto lo leccò da capo a piedi e lo pettinò benissimo, così Fortunio diventò uno splendido giovane.

Il giorno dopo lo portò al fiume vicino al palazzo del re, lo fece spogliare e gli disse di tuffarsi. Poi nascose i suoi vestiti rattoppati e cominciò a gridare con tutto il fiato che aveva:

Aiuto! Aiuto! accorrete! Vogliono annegare messer Fortunio! Aiuto!.

 

Il re sentì ( ), e ricordandosi che quel messer Fortunio ( , ) gli aveva mandato tante ( ) lepri, fagiani e pernici (, ), ordinò ai suoi servitori ( ) di andare a salvarlo ( ). Così tirarono fuori Fortunio dal fiume ( ), gli diedero nuovi abiti ( ) da indossare ( ), e lo portarono dal re ( ), che lo ricevette ( ) con molta cortesia ( ) e gli chiese ( ) chi lo aveva buttato nellacqua ( ). Il giovane stava in silenzio ( ) a testa bassa ( ), ma la gatta, che era sempre accanto a lui, disse ( , , ):

Il mio padrone è così addolorato ( ) che non può parlare ( ), ma devi sapere ( ) che alcuni furfanti ( - ) hanno visto che aveva con sé (, ) uno scrigno di gioielli ( ) che voleva portarti in dono ( ), maestà ( ), e lo hanno assalito, derubato, spogliato di tutto ( , , ); poi per ucciderlo (, ) lo hanno buttato nel fiume ( ), ed è solo merito tuo ( ) se è ancora vivo ( ).

 

Il re sentì, e ricordandosi che quel messer Fortunio gli aveva mandato tante lepri, fagiani e pernici, ordinò ai suoi servitori di andare a salvarlo. Così tirarono fuori Fortunio dal fiume, gli diedero nuovi abiti da indossare, e lo portarono dal re, che lo ricevette con molta cortesia e gli chiese chi lo aveva buttato nellacqua. Il giovane stava in silenzio a testa bassa, ma la gatta, che era sempre accanto a lui, disse:

Il mio padrone è così addolorato che non può parlare, ma devi sapere che alcuni furfanti hanno visto che aveva con sé uno scrigno di gioielli che voleva portarti in dono, maestà, e lo hanno assalito, derubato, spogliato di tutto; poi per ucciderlo lo hanno buttato nel fiume, ed è solo merito tuo se è ancora vivo.

 

Guardando Fortunio ( ) il re lo trovò bello ( ), forte e nobile di portamento ( / = , ), così decise di dargli in isposa sua figlia ( ), la bella Lisetta ( ), con una ricchissima dote ( ).

Si celebrarono le nozze ( ) con una grande festa ( ), poi il re fece caricare dodici muli ( ) di oro, gioielli e vesti preziose (, ), e dopo aver assegnato alla figlia ( , ) dame di compagnia e cameriere, guardie e servitori ( , ), laffidò a messer Fortunio ( ) perché la conducesse a casa sua ( ).

Fortunio ora era bello ( ) e aveva una sposa con una ricca dote ( ), ma non sapeva ( ) proprio dove portarla ( ), e lo disse alla sua gatta, che gli rispose ( , ):

Non dubitare, padrone mio ( , ), provvederò io a tutto ( ).

 

Guardando Fortunio il re lo trovò bello, forte e nobile di portamento, così decise di dargli in isposa sua figlia, la bella Lisetta, con una ricchissima dote.

Si celebrarono le nozze con una grande festa, poi il re fece caricare dodici muli di oro, gioielli e vesti preziose, e dopo aver assegnato alla figlia dame di compagnia e cameriere, guardie e servitori, laffidò a messer Fortunio perché la conducesse a casa sua.

Fortunio ora era bello e aveva una sposa con una ricca dote, ma non sapeva proprio dove portarla, e lo disse alla sua gatta, che gli rispose:

Non dubitare, padrone mio, provvederò io a tutto.

 

Quando lallegra cavalcata partì ( ), la gatta corse avanti svelta svelta ( -; correre), e si era allontanata un bel tratto dalla compagnia ( ) quando incontrò dei cavalieri ( ), ai quali disse ( ):

Che fate qua disgraziati ( , )? Scappate subito ( ), perché sta arrivando ( ) un drappello di armati ( ), e vi sbaraglieranno ( ; sbaragliare (), )! Eccoli che si avvicinano ( : , ; vicino ), sentite lo strepito ( ) dei cavalli che nitriscono ( : , )?.

I cavalieri impauriti le domandarono ( ): Che possiamo fare ora ( )?, e la gatta rispose ( ):

Fate così ( ): se vi chiederanno ( ) di chi siete cavalieri ( ), voi rispondete decisi ( ): Di messer Fortunio ( )!, e nessuno oserà toccarvi ( ).

 

Quando lallegra cavalcata partì, la gatta corse avanti svelta svelta, e si era allontanata un bel tratto dalla compagnia quando incontrò dei cavalieri, ai quali disse:

Che fate qua disgraziati? Scappate subito, perché sta arrivando un drappello di armati, e vi sbaraglieranno! Eccoli che si avvicinano, sentite lo strepito dei cavalli che nitriscono?.

I cavalieri impauriti le domandarono: Che possiamo fare ora?, e la gatta rispose:

Fate così: se vi chiederanno di chi siete cavalieri, voi rispondete decisi: Di messer Fortunio!, e nessuno oserà toccarvi.

 

Poi la gatta corse ( ) ancora avanti ( ), e avendo visto immense greggi di pecore ( ) e mandrie di vacche e di cavalli ( ), disse ai pastori e ai mandriani ( ):

Poveri voi (, )! Non sentite che si stanno avvicinando ( , ) innumerevoli armati ( ), che tra poco ( []) vi uccideranno tutti ( )?.

I pastori e i mandriani simpaurirono e dissero ( ): E come possiamo salvarci ( )?

Fate così ( ), rispose la gatta ( ), quando vi chiederanno ( ) di chi sono tutti questi animali ( ) voi rispondete sicuri ( ): Di messer Fortunio ( ), e nessuno oserà farvi del male ( ).

 

Poi la gatta corse ancora avanti, e avendo visto immense greggi di pecore e mandrie di vacche e di cavalli, disse ai pastori e ai mandriani:

Poveri voi! Non sentite che si stanno avvicinando innumerevoli armati, che tra poco vi uccideranno tutti?.

I pastori e i mandriani simpaurirono e dissero: E come possiamo salvarci?

Fate così, rispose la gatta, quando vi chiederanno di chi sono tutti questi animali voi rispondete sicuri: Di messer Fortunio, e nessuno oserà farvi del male.

 

Quelli che formavano il seguito della figlia del re di Ripacandida (, ), procedendo lungo la via, domandavano ( , ): Di chi siete voi cavalieri ( )? di chi sono tutte queste greggi e questi begli armenti ( )?, e tutti rispondevano in coro ( ): Di messer Fortunio ( )!.

Allora gli chiesero ( ): Messer Fortunio, stiamo ora entrando nella vostra proprietà ( , )?, e lui faceva cenno di sì ( ), e chinando il capo ( ) rispondeva sempre di sì ( ), così tutti ammirati dissero fra loro ( ) che messer Fortunio era proprio un gran signore ( ).

 

Quelli che formavano il seguito della figlia del re di Ripacandida, procedendo lungo la via, domandavano: Di chi siete voi cavalieri? di chi sono tutte queste greggi e questi begli armenti?, e tutti rispondevano in coro: Di messer Fortunio!.

Allora gli chiesero: Messer Fortunio, stiamo ora entrando nella vostra proprietà?, e lui faceva cenno di sì, e chinando il capo rispondeva sempre di sì, così tutti ammirati dissero fra loro che messer Fortunio era proprio un gran signore.

 

Intanto la gatta era arrivata ( ) a uno splendido castello ( ), quasi disabitato ( ), e disse ( ):

Che fate ( ) buona gente ( )? Non vi accorgete ( ) della sventura () che sta per colpirvi ( - : , )?.

Che cosa ( )? domandarono gli abitanti del castello ( ), e la gatta rispose ( ):

Prima che unora sia trascorsa (, ; trascorrere), arriveranno molti soldati ( ) e vi faranno a pezzettini ( : ). Non sentite il nitrito dei cavalli ( )? Non vedete la nuvola di polvere ( ) che si solleva al loro passare ( , )? Se non volete morire ( ), seguite il mio consiglio ( ), e sarete tutti salvi ( ). Appena qualcuno vi chiederà ( - ): Di chi è questo castello ( )?, senza esitare rispondete ( ): Di messer Fortunio ( ).

 

Intanto la gatta era arrivata a uno splendido castello, quasi disabitato, e disse:

Che fate buona gente? Non vi accorgete della sventura che sta per colpirvi?.

Che cosa? domandarono gli abitanti del castello, e la gatta rispose:

Prima che unora sia trascorsa, arriveranno molti soldati e vi faranno a pezzettini. Non sentite il nitrito dei cavalli? Non vedete la nuvola di polvere che si solleva al loro passare? Se non volete morire, seguite il mio consiglio, e sarete tutti salvi. Appena qualcuno vi chiederà: Di chi è questo castello?, senza esitare rispondete: Di messer Fortunio.

 

Quando la bella cavalcata ( ) giunse al castello ( ), qualcuno domandò ai guardiani (- ) di chi era ( ), e quelli a gran voce risposero ( : ):

Di messer Fortunio ( )!.

Così il corteo entrò ( ) e si sistemarono tutti molto comodamente ( ).

Bisogna sapere ( ) che il padrone di quel castello ( ) e di tutte le terre che lo circondavano ( , ) era un vecchio signore ( ), che da qualche tempo ( ) se ne era allontanato ( ) con il suo seguito ( ) per andare chissà dove ( ), ma non aveva ancora fatto ritorno ( ), e forse ( ) gli era successa ( ) qualche misteriosa disgrazia (- ), perché non se ne seppe più nulla ( ; sapere ).

Così Fortunio rimase padrone ( ) di tutte quelle ricchezze ( ; ricco ) e al momento giusto ( : ) salì al trono di Ripacandida ( ), vivendo a lungo felice ( ) con la sua sposa Lisetta ( ) e con molti discendenti ( ; discendere ; ).

 

Quando la bella cavalcata giunse al castello, qualcuno domandò ai guardiani di chi era, e quelli a gran voce risposero:

Di messer Fortunio!,

Così il corteo entrò e si sistemarono tutti molto comodamente.

Bisogna sapere che il padrone di quel castello e di tutte le terre che lo circondavano era un vecchio signore, che da qualche tempo se ne era allontanato con il suo seguito per andare chissà dove, ma non aveva ancora fatto ritorno, e forse gli era successa qualche misteriosa disgrazia, perché non se ne seppe più nulla.

Così Fortunio rimase padrone di tutte quelle ricchezze e al momento giusto salì al trono di Ripacandida, vivendo a lungo felice con la sua sposa Lisetta e con molti discendenti.

 

Le Fate

 

di Carlo Collodi

 

Cera una volta una vedova ( - : ) che aveva due figliuole ( ). La maggiore somigliava ( ) tutta alla mamma ( ), di lineamenti e di carattere ( ), e chi vedeva lei ( ), vedeva sua madre ( ), tale e quale ( : ). Tutte e due (: ) erano tanto antipatiche ( ) e così gonfie di superbia ( ), che nessuno le voleva avvicinare ( : = ). Viverci insieme poi ( , ), era impossibile ( ) addirittura (). La più giovane () invece (), per la dolcezza dei modi ( ) e per la bontà del cuore ( ), era tutta ( ) il ritratto del suo babbo... ( ) e tanto bella poi ( ), tanto bella ( ), che non si sarebbe trovata leguale ( ). E naturalmente ( ), poiché ogni simile ama il suo simile ( ), quella madre ( ) andava pazza per la figliuola maggiore ( ); e sentiva per quellaltra ( ) unavversione (), una ripugnanza spaventevole ( ). La faceva mangiare ( ) in cucina ( ), e tutte le fatiche ( ) e i servizi di casa ( ) toccavano a lei ( ).

 

Cera una volta una vedova che aveva due figliuole. La maggiore somigliava tutta alla mamma, di lineamenti e di carattere, e chi vedeva lei, vedeva sua madre, tale e quale. Tutte e due erano tanto antipatiche e così gonfie di superbia, che nessuno le voleva avvicinare. Viverci insieme poi, era impossibile addirittura. La più giovane invece, per la dolcezza dei modi e per la bontà del cuore, era tutta il ritratto del suo babbo... e tanto bella poi, tanto bella, che non si sarebbe trovata leguale. E naturalmente, poiché ogni simile ama il suo simile, quella madre andava pazza per la figliuola maggiore; e sentiva per quellaltra unavversione, una ripugnanza spaventevole. La faceva mangiare in cucina, e tutte le fatiche e i servizi di casa toccavano a lei.

 

Fra le altre cose ( ), bisognava ( ) che quella povera ragazza ( ) andasse due volte al giorno ( ) ad attingere acqua ( ) a una fontana distante più dun miglio e mezzo ( , ), e ne riportasse una brocca piena ( ).

Un giorno (), mentre stava appunto lì alla fonte ( ), le apparve accanto ( ) una povera vecchia ( ) che la pregò ( ) in carità di darle da bere ( ; carità , ).

Ma volentieri, nonnina mia... (, ) rispose la bella fanciulla ( ), aspettate; vi sciacquo la brocca (, )...

E subito dette alla mezzina ( ) una bella risciacquata ( ), la riempì di acqua fresca ( ), e gliela presentò ( ) sostenendola in alto con le sue proprie mani ( ), affinché la vecchiarella bevesse ( ) con tutto il suo comodo ( ).

 

Fra le altre cose, bisognava che quella povera ragazza andasse due volte al giorno ad attingere acqua a una fontana distante più dun miglio e mezzo, e ne riportasse una brocca piena.

Un giorno, mentre stava appunto lì alla fonte, le apparve accanto una povera vecchia che la pregò in carità di darle da bere.

Ma volentieri, nonnina mia... rispose la bella fanciulla, aspettate; vi sciacquo la brocca...

E subito dette alla mezzina una bella risciacquata, la riempì di acqua fresca, e gliela presentò sostenendola in alto con le sue proprie mani, affinché la vecchiarella bevesse con tutto il suo comodo.

 

Quandebbe bevuto ( ), disse la nonnina ( ):

Tu sei tanto bella ( ), quanto buona ( ) e quanto per benino ( , ), figliuola mia ( ), che non posso fare ( ) a meno di lasciarti un dono ( , , ).

Quella era una Fata ( ), che aveva preso la forma ( ) di una povera vecchia di campagna ( ) per vedere ( ) fin dove arrivava la bontà della giovinetta ( ). E continuò ( ):

Ti do per dono ( ) che ad ogni parola che pronunzierai ( , ) ti esca di bocca o un fiore o una pietra preziosa ( , ; uscire ).

Mamma, abbi pazienza (, : ), ti domando scusa... ( ), disse la figliuola ( ) tutta umile ( ), e intanto che parlava ( ) le uscirono di bocca due rose ( ), due perle ( ) e due brillanti grossi ( ).

Ma che roba è questa ( ; roba , , )!..., esclamò la madre stupefatta ( ), sbaglio o tu sputi perle e brillanti ( , )!... O come mai ( ), figlia mia ( )?...

 

Quandebbe bevuto, disse la nonnina:

Tu sei tanto bella, quanto buona e quanto per benino, figliuola mia, che non posso fare a meno di lasciarti un dono.

Quella era una Fata, che aveva preso la forma di una povera vecchia di campagna per vedere fin dove arrivava la bontà della giovinetta. E continuò:

Ti do per dono che ad ogni parola che pronunzierai ti esca di bocca o un fiore o una pietra preziosa.

Mamma, abbi pazienza, ti domando scusa..., disse la figliuola tutta umile, e intanto che parlava le uscirono di bocca due rose, due perle e due brillanti grossi.

Ma che roba è questa!..., esclamò la madre stupefatta, sbaglio o tu sputi perle e brillanti!... O come mai, figlia mia?...

 

Era la prima volta in tutta la sua vita ( ) che la chiamava così ( ), e in tono affettuoso ( ). La fanciulla raccontò ingenuamente ( ) quel che le era accaduto alla fontana (, ); e durante il racconto ( ), figuratevi i rubini e i topazi ( ) che le caddero già dalla bocca ( )!

Oh, che fortuna (, )..., disse la madre ( ), bisogna che ci mandi subito (, ) anche questaltra ( ). Senti, Cecchina (, ), guarda che cosa (, ) esce dalla bocca della tua sorella ( ) quando parla ( ). Ti piacerebbe avere ( ) anche per te lo stesso dono ( )?... Basta che tu vada alla fonte (, ); e se una vecchia ti chiede da bere ( ), daglielo con buona maniera ( ).

E non ci mancherebbe altro ( )!..., rispose quella sbadata ( ; badare ; sbadato ). Andare alla fontana ora ( )!

Ti dico ( ) che tu ci vada ( )... e subito ( ), gridò la mamma ( ).

 

Era la prima volta in tutta la sua vita che la chiamava così, e in tono affettuoso. La fanciulla raccontò ingenuamente quel che le era accaduto alla fontana; e durante il racconto, figuratevi i rubini e i topazi che le caddero già dalla bocca!

Oh, che fortuna..., disse la madre, bisogna che ci mandi subito anche questaltra. Senti, Cecchina, guarda che cosa esce dalla bocca della tua sorella quando parla. Ti piacerebbe avere anche per te lo stesso dono?... Basta che tu vada alla fonte; e se una vecchia ti chiede da bere, daglielo con buona maniera.

E non ci mancherebbe altro!..., rispose quella sbadata. Andare alla fontana ora!

Ti dico che tu ci vada... e subito, gridò la mamma.

 

Brontolò, brontolò (, ); ma brontolando prese la strada ( , : ; prendere) portando con sé ( ) la più bella fiasca dargento ( ) che fosse in casa ( ). La superbia, capite (, ), e linfingardaggine ( )!... Appena arrivata alla fonte ( ), eccoti apparire una gran signora ( ) vestita magnificamente ( ), che le chiede un sorso dacqua ( ). Era la medesima Fata ( ) apparsa poco prima ( ) a quellaltra sorella ( ); ma aveva preso laspetto ( ) e il vestiario di una principessa ( ), per vedere ( ) fino a quale punto giungeva ( ) la malcreanza di quella pettegola (/ ).

O sta a vedere ( : )..., rispose la superba ( ), che son venuta qui ( ) per dar da bere a voi ( )!... Sicuro ()!... per abbeverare vostra Signora ( , ), non per altro ( )!... Guardate, se avete sete (, ), la fonte eccola lì ( ).

 

Brontolò, brontolò; ma brontolando prese la strada portando con sé la più bella fiasca dargento che fosse in casa. La superbia, capite, e linfingardaggine!... Appena arrivata alla fonte, eccoti apparire una gran signora vestita magnificamente, che le chiede un sorso dacqua. Era la medesima Fata apparsa poco prima a quellaltra sorella; ma aveva preso laspetto e il vestiario di una principessa, per vedere fino a quale punto giungeva la malcreanza di quella pettegola.

O sta a vedere..., rispose la superba, che son venuta qui per dar da bere a voi!... Sicuro!... per abbeverare vostra Signora, non per altro!... Guardate, se avete sete, la fonte eccola lì.

 

Avete poca educazione, ragazza... ( , ), rispose la Fata ( ) senza adirarsi punto ( ), e giacché siete così sgarbata ( ; garbo ; ; , ), vi do per dono ( ) che ad ogni parola pronunziata da voi ( , ) vi esca di bocca ( ) un rospo o una serpe ( ).

Appena la mammina la vide tornare da lontano ( , : ), le gridò a piena gola ( : ):

Dunque, Cecchina (, ), comè andata ( )?.

Non mi seccate, mamma ( , )!..., replicò la monella ( ); e sputò due vipere e due rospacci ( ).

O Dio!... che vedo (! )!..., esclamò la madre ( ). La colpa deve essere tutta di tua sorella ( ), ma me la pagherà ( )...

E si mosse per picchiarla ( ). Quella povera figliuola ( ) fuggì via di rincorsa ( ) e andò a rifugiarsi ( ) nella foresta vicina ( ).

 

Avete poca educazione, ragazza..., rispose la Fata senza adirarsi punto, e giacché siete così sgarbata, vi do per dono che ad ogni parola pronunziata da voi vi esca di bocca un rospo o una serpe.

Appena la mammina la vide tornare da lontano, le gridò a piena gola:

Dunque, Cecchina, comè andata?.

Non mi seccate, mamma!..., replicò la monella; e sputò due vipere e due rospacci.

O Dio!... che vedo!..., esclamò la madre. La colpa deve essere tutta di tua sorella, ma me la pagherà...

E si mosse per picchiarla. Quella povera figliuola fuggì via di rincorsa e andò a rifugiarsi nella foresta vicina.

 

Il figliuolo del Re ( ) che ritornava da caccia ( ) la incontrò per un viottolo ( ), e vedendola così bella ( ), le domandò ( ) che cosa faceva in quel luogo sola sola ( -), e perché piangeva tanto ( ).

La mamma ()..., disse lei ( ), mha mandato via di casa ( ) e mi voleva picchiare ( )...

Il figliuolo del Re ( ), che vide uscire da quella bocchina cinque o sei perle e altrettanti brillanti ( , ), la pregò di raccontare ( ) come mai era possibile ( ) una cosa tanto meravigliosa ( ). E la ragazza raccontò ( ) per filo e per segno ( : ) tutto quello che le era accaduto ( , ; accadere).

 

Il figliuolo del Re che ritornava da caccia la incontrò per un viottolo, e vedendola così bella, le domandò che cosa faceva in quel luogo sola sola, e perché piangeva tanto.

La mamma..., disse lei, mha mandato via di casa e mi voleva picchiare...

Il figliuolo del Re, che vide uscire da quella bocchina cinque o sei perle e altrettanti brillanti, la pregò di raccontare come mai era possibile una cosa tanto meravigliosa. E la ragazza raccontò per filo e per segno tutto quello che le era accaduto.

 

Il Principe reale (: ) se ne innamorò subito ( ) e considerando ( ) che il dono della Fata ( ) valeva più di qualunque grossa dote ( ) che potesse avere unaltra donna ( ), la condusse senzaltro al palazzo del Re (: = ) suo padre ( ) e se la sposò ( ).

Quellaltra sorella ( ) frattanto ( ) si fece talmente odiare da tutti ( ), che sua madre stessa ( ) la cacciò via di casa ( ); e la disgraziata ( ) dopo aver corso invano ( , ) cercando chi acconsentisse a riceverla (, ) andò a morire sul confine del bosco ( , ).

 

Il Principe reale se ne innamorò subito e considerando che il dono della Fata valeva più di qualunque grossa dote che potesse avere unaltra donna, la condusse senzaltro al palazzo del Re suo padre e se la sposò.

Quellaltra sorella frattanto si fece talmente odiare da tutti, che sua madre stessa la cacciò via di casa; e la disgraziata dopo aver corso invano cercando chi acconsentisse a riceverla andò a morire sul confine del bosco.

 

 

MORALE ()

Gli smeraldi (), le perle (), ed i diamanti ( )
Abbaglian gli occhi ( ) col vivo splendore ( );
Ma le dolci parole ( ) e i dolci pianti ( )
Hanno spesso ( ) più forza e più valore ( ).

MORALE

Gli smeraldi, le perle, ed i diamanti
Abbaglian gli occhi col vivo splendore;
Ma le dolci parole e i dolci pianti

Hanno spesso più forza e più valore.

ALTRA MORALE ( )

La cortesia () che le bellalme accende ( ),
Costa talora ( ) acerbi affanni e pene ( );
Ma presto o tardi ( ) la virtù risplende ( ),
E quando men ci pensa ( ) il premio ottiene ( ).

ALTRA MORALE

La cortesia che le bellalme accende,
Costa talora acerbi affanni e pene;
Ma presto o tardi la virtù risplende,
E quando men ci pensa il premio ottiene.

 

 

Piumadoro e Piombofino





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: 2015-10-20; !; : 352 |


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