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La principessa dovette acconsentire alle nozze




 

Il giorno stabilito ( ) savviarono alla cattedrale ( ) con gran pompa e cerimonia ( ).

Nonsò e la cavalla seguivano il corteo regale ( ) ed entrarono in chiesa ( ) con grave scandalo dei presenti ( ).

Ma quando la cerimonia fu terminata ( ), la pelle della giumenta cadde in terra ( ) e lasciò vedere una principessa ( ) più bella della Bella dalle Chiome Verdi ( , ).

Essa prese Nonsò per mano ( ):

Sono la figlia del re di Tartaria ( ). Vieni con me nel regno di mio padre ( ) e sarò la tua sposa ( ).

Nonsò e la principessa presero congedo ( ) dagli astanti stupefatti ( ), né più se nebbe novella ( ).

 

Il giorno stabilito savviarono alla cattedrale con gran pompa e cerimonia.

Nonsò e la cavalla seguivano il corteo regale ed entrarono in chiesa con grave scandalo dei presenti.

Ma quando la cerimonia fu terminata, la pelle della giumenta cadde in terra e lasciò vedere una principessa più bella della Bella dalle Chiome Verdi.

Essa prese Nonsò per mano:

Sono la figlia del re di Tartaria. Vieni con me nel regno di mio padre e sarò la tua sposa.

Nonsò e la principessa presero congedo dagli astanti stupefatti, né più se nebbe novella.

Il rubino meraviglioso

 

di Gianfrancesco Straparola

 

Viveva centinaia di anni fa ( ), nella lontana città di Pietramala ( ), un uomo chiamato Mastro Gergerio ( , ), che era espertissimo in due arti ( ). Di giorno () esercitava larte della sartoria ( ), tanto bene ( ) che andavano a farsi cucire gli abiti da lui ( : ) i nobili e i migliori mercanti della città ( ), di notte () praticava in segreto la magia e la negromanzia ( ). Mastro Gergerio aveva preso come apprendista ( : ) il figlio di un povero contadino ( ), un giovane di nome Lionetto ( ), sveglio (), volonteroso (), pronto a imparare tutto ciò che padrone gli insegnava ( , ).

Ma una volta ( : ) Lionetto si svegliò ( ) nel cuore della notte ( : ), e avendo qualche sospetto ( - ) si alzò () e senza far rumore ( : ) andò a guardare ( ) da una fessura ( ) cosa faceva il suo padrone ( ): rimase tanto affascinato da quello che vide ( , ) che anche la notte seguente ( ) fece finta di dormire (, ; finta ), per poi alzarsi ( ) e stare a guardare gli esperimenti magici ( , ). Così prese a scrutare ogni notte ( ) nella stanza segreta di Mastro Gergerio ( ), perché gli piaceva di più larte della magia ( ) che larte della sartoria ( ).

 

Viveva centinaia di anni fa, nella lontana città di Pietramala, un uomo chiamato Mastro Gergerio, che era espertissimo in due arti. Di giorno esercitava larte della sartoria, tanto bene che andavano a farsi cucire gli abiti da lui i nobili e i migliori mercanti della città, di notte praticava in segreto la magia e la negromanzia. Mastro Gergerio aveva preso come apprendista il figlio di un povero contadino, un giovane di nome Lionetto, sveglio, volonteroso, pronto a imparare tutto ciò che padrone gli insegnava.

Ma una volta Lionetto si svegliò nel cuore della notte, e avendo qualche sospetto si alzò e senza far rumore andò a guardare da una fessura cosa faceva il suo padrone: rimase tanto affascinato da quello che vide che anche la notte seguente fece finta di dormire, per poi alzarsi e stare a guardare gli esperimenti magici. Così prese a scrutare ogni notte nella stanza segreta di Mastro Gergerio, perché gli piaceva di più larte della magia che larte della sartoria.

 

Di giorno però (, ) Lionetto non imparava più nulla ( ), e da accorto e preciso ( ) era diventato pigro e trasandato ( ), tanto che Mastro Gergerio finì col riportarlo da suo padre ( ).

Il poveruomo () si disperò ( ) e dopo poco ( ) riportò Lionetto da Mastro Gergerio ( ), supplicando () perché lo riprendesse come garzone ( ), gli insegnasse la sartoria ( ), e lo punisse ( ) se non si comportava bene ( ).

Allora il mago lo riprese ( ), ma Lionetto dava ancora meno limpressione di imparare ( : ), non teneva nemmeno gli occhi aperti ( ), così il mago lo prendeva a pugni e calci ( : ) tutti i giorni ( ), picchiandolo tanto che spesso lo faceva sanguinare ( , ). Ma Lionetto sopportava ( ), e ogni notte da quella fessura ( ) guardava nella stanza segreta gli esperimenti del suo padrone ( ).

 

Di giorno però Lionetto non imparava più nulla, e da accorto e preciso era diventato pigro e trasandato, tanto che Mastro Gergerio finì col riportarlo da suo padre.

Il poveruomo si disperò e dopo poco riportò Lionetto da Mastro Gergerio, supplicando perché lo riprendesse come garzone, gli insegnasse la sartoria, e lo punisse se non si comportava bene.

Allora il mago lo riprese, ma Lionetto dava ancora meno limpressione di imparare, non teneva nemmeno gli occhi aperti, così il mago lo prendeva a pugni e calci tutti i giorni, picchiandolo tanto che spesso lo faceva sanguinare. Ma Lionetto sopportava, e ogni notte da quella fessura guardava nella stanza segreta gli esperimenti del suo padrone.

 

A un certo punto Mastro Gergerio ( ), convinto che il suo apprendista aveva il cervello bacato senza rimedio (, ; bacare ; ; rimedio , ), non si curò più di nascondergli gli strumenti della negromanzia ( ), pensando che chi non riusciva a imparare il mestiere di sarto (, ), tanto meno avrebbe potuto imparare la magia nera ( ), che era assai più difficile ( : , ). Lionetto si mostrava tonto ( : ), ma era assai rapido ( ) nellimparare larte segreta ( ), tanto che dopo un po di tempo ( ) aveva superato il suo maestro ( ).

Un giorno che il padre di Lionetto venne a vedere (, ) a che punto era nel mestiere di sarto ( ) il suo figliolo ( ), lo vide che anziché cucire portava lacqua e la legna per la cucina (, , , ), spazzava (), faceva i servizi più umili ( ), e ci rimase male ( ), così lo riportò a casa ( ).

 

A un certo punto Mastro Gergerio, convinto che il suo apprendista aveva il cervello bacato senza rimedio, non si curò più di nascondergli gli strumenti della negromanzia, pensando che chi non riusciva a imparare il mestiere di sarto, tanto meno avrebbe potuto imparare la magia nera, che era assai più difficile. Lionetto si mostrava tonto, ma era assai rapido nellimparare larte segreta, tanto che dopo un po di tempo aveva superato il suo maestro.

Un giorno che il padre di Lionetto venne a vedere a che punto era nel mestiere di sarto il suo figliolo, lo vide che anziché cucire portava lacqua e la legna per la cucina, spazzava, faceva i servizi più umili, e ci rimase male, così lo riportò a casa.

 

Il contadino aveva speso ( ) molti soldi ( ) per mandare Lionetto in città ( ), e rammaricandosi ( ) perché non aveva imparato larte della sartoria ( ) gli disse ( ):

Figlio mio ( ), tu sai ( ) quanti sacrifici ho fatto ( ) perché tu diventassi sarto ( ), e ora non mi ritrovo nemmeno un soldo ( ) da parte ( ) e non so come fare ( , ) per andare avanti ( : ).

Padre mio ( ), rispose Lionetto ( ), prima di tutto ( ) voglio ringraziarti ( ) per tutto quello ( ) che hai fatto per me ( ), poi voglio che non ti preoccupi per il futuro ( , ) anche se non ho imparato larte del sarto ( ) come desideravi ( ), perché ne ho imparata unaltra ( ) che potrà servirci ( ) molto più di quella ( ). Stai tranquillo ( ), caro babbo ( ), e vedrai ( ) che non è stato inutile ( ) mantenermi in città ( ), e che presto ( ) questa casa non conoscerà più la miseria ( ). Ora con larte negromantica ( ) mi trasformerò in un cavallo ( ), e tu mi porterai alla fiera ( ) con sella e briglie ( : ), e mi venderai ( ): ma sta ben attento ( ) a non dare a nessun costo ( ) le briglie al compratore ( ), perché altrimenti ( ) non potrei tornare a casa ( ) e forse non mi vedresti mai più (, , ).

 

Il contadino aveva speso molti soldi per mandare Lionetto in città, e rammaricandosi perché non aveva imparato larte della sartoria gli disse:

Figlio mio, tu sai quanti sacrifici ho fatto perché tu diventassi sarto, e ora non mi ritrovo nemmeno un soldo da parte e non so come fare per andare avanti.

Padre mio, rispose Lionetto, prima di tutto voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me, poi voglio che non ti preoccupi per il futuro anche se non ho imparato larte del sarto come desideravi, perché ne ho imparata unaltra che potrà servirci molto più di quella. Stai tranquillo, caro babbo, e vedrai che non è stato inutile mantenermi in città, e che presto questa casa non conoscerà più la miseria. Ora con larte negromantica mi trasformerò in un cavallo, e tu mi porterai alla fiera con sella e briglie, e mi venderai: ma sta ben attento a non dare a nessun costo le briglie al compratore, perché altrimenti non potrei tornare a casa e forse non mi vedresti mai più.

 

Così dicendo ( ) Lionetto si trasformò in un bellissimo cavallo ( ) e suo padre ( ) lo portò alla fiera ( ), dove tutti lo guardavano ( ) ammirati per la sua bellezza ( ) e per le straordinarie prove di agilità ( ).

Ma passò di là ( ) anche Mastro Gergerio ( ), che si accorse ( ) che il cavallo nero ( ) era magico ( ); così tornò a casa ( , ), si trasformò in mercante ( ) e dopo aver preso molti denari (, ) tornò alla fiera ( ). Guardando il cavallo da vicino ( ) riconobbe il suo vecchio apprendista ( ) e chiese al contadino ( ) se voleva venderglielo ( ). Quello disse di sì ( ), e si accordarono ( ) per una somma di duecento monete doro ( ), senza le briglie ( ), ma il mago insistette tanto ( ), e offrì al contadino altre monete doro ( ), tante che lo convinse (, ).

Così il mago prese il cavallo per le briglie ( , ) e lo portò nella sua stalla ( ), somministrandogli subito ( ; somministrare / ) una violenta scarica di bastonate ( ). Lo bastonava a sangue ( ) tutte le mattine ( ) e tutte le sere ( ), tanto che il cavallo era ridotto ( ; ridurre) in uno stato da far pietà ( : , ).

 

Così dicendo Lionetto si trasformò in un bellissimo cavallo e suo padre lo portò alla fiera, dove tutti lo guardavano ammirati per la sua bellezza e per le straordinarie prove di agilità.

Ma passò di là anche Mastro Gergerio, che si accorse che il cavallo nero era magico; così tornò a casa, si trasformò in mercante e dopo aver preso molti denari tornò alla fiera. Guardando il cavallo da vicino riconobbe il suo vecchio apprendista e chiese al contadino se voleva venderglielo. Quello disse di sì, e si accordarono per una somma di duecento monete doro, senza le briglie, ma il mago insistette tanto, e offrì al contadino altre monete doro, tante che lo convinse.

Così il mago prese il cavallo per le briglie e lo portò nella sua stalla, somministrandogli subito una violenta scarica di bastonate. Lo bastonava a sangue tutte le mattine e tutte le sere, tanto che il cavallo era ridotto in uno stato da far pietà.

 

Mastro Gergerio aveva due figlie ( ) che vedendo il loro padre così crudele (, ) ebbero compassione del povero animale ( ), e ogni giorno andavano nella stalla ( ) e gli facevano tante carezze ( = : ). Una volta poi (, ), lo presero per la cavezza ( ; cavezza ) e lo portarono al fiume ( ) per dargli da bere ( ), ma appena il cavallo fu vicino allacqua ( ) si trasformò in un pesce tonno ( ) e si tuffò nelle onde ( ).

Le figlie del mago ( ) si spaventarono () e tornarono a casa ( ) piangendo a dirotto ( ).

Quando il mago tornò ( ) andò subito nella stalla ( ) per bastonare ( ) come ogni sera ( ) il cavallo (), e non trovandolo ( ) si infuriò ( ), ma entrato in casa ( ) vide le sue figlie tutte disperate ( ), e disse ( ):

Non abbiate paura ( : ), raccontatemi ( ) cosa è successo col cavallo ( ) e cercherò un rimedio ( ).

 

Mastro Gergerio aveva due figlie che vedendo il loro padre così crudele ebbero compassione del povero animale, e ogni giorno andavano nella stalla e gli facevano tante carezze. Una volta poi,lo presero per la cavezza e lo portarono al fiume per dargli da bere, ma appena il cavallo fu vicino allacqua si trasformò in un pesce tonno e si tuffò nelle onde.





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